Abolire il lavoro povero by Alessandro Somma

Abolire il lavoro povero by Alessandro Somma

autore:Alessandro Somma [Somma, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anticorpi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2024-02-15T00:00:00+00:00


2. Sganciare il reddito dal lavoro: il reddito di base

Abbiamo documentato la crisi del patto di cittadinanza disegnato dalla Costituzione, riconducendola fra l’altro al fenomeno descritto in termini di fine del lavoro. Abbiamo poi indicato nella riduzione dell’orario un rimedio al fenomeno, nel solco di quanto avvenuto in altri momenti come reazione al progresso tecnologico (cap. 2 par. 4). Dobbiamo ora dire della proposta di affrontare la fine del lavoro con una soluzione radicale, ovvero dissociando il reddito dal lavoro e dunque istituendo un reddito di cittadinanza, o similmente un reddito di base: locuzione preferita per sottolineare la circostanza per cui spetta anche ai non cittadini se residenti regolari, o più precisamente ai «membri di una comunità nazionale territorialmente definita»224.

I fautori del reddito di base sono soliti ritenere che esso affondi le radici in un passato glorioso e lontano225. Alcuni lo fanno risalire persino alle proposte formulate da Tommaso Moro nel suo Utopia, pubblicato al principio del Cinquecento. Proprio a quell’epoca si era sviluppata la pratica delle recinzioni (enclosure), con la quale si affermava la proprietà privata quale diritto pieno ed esclusivo su fondi un tempo ritenuti beni comuni (common land): usufruibili liberamente dalla collettività, ad esempio per il pascolo o per la raccolta di legna e frutti, o ancora per la caccia e la pesca. La pratica delle recinzioni fu alla base di un notevole aumento della disoccupazione e della povertà, e questa la causa di un sensibile incremento dei furti. Di qui la proposta di Moro, per il quale non serviva punirli severamente, dal momento che non «esiste pena tanto grande che impedisca di rubare a chi non ha altro mezzo per cercarsi da mangiare». Per prevenire i furti occorreva allora «provvedere a qualche mezzo di sussistenza acciocché nessuno si trovasse nella spietata necessità»226.

Evidentemente meno antica, e come vedremo ispirata da idea­lità molto diverse e molto più prosaiche, è la storia del reddito di base cui rinvia l’attuale discorso pubblico. Matura invero negli anni Sessanta del secolo scorso il convincimento, di cui ci siamo peraltro ampiamente occupati (cap. 2 par. 4), secondo cui la diminuzione di lavoro e dunque di risorse «in conseguenza della automazione cibernetica» e della «meccanizzazione avanzata» avrebbe assunto dimensioni eccezionali: tanto da non consentire di fronteggiarla con gli strumenti di una politica economica keynesiana, ovvero attraverso il sostegno della domanda. Di qui la proposta, formulata dal futurologo statunitense Robert Theobald, di istituire un «reddito garantito» da concepire come attuazione del diritto di beneficiare di una quota di quanto produce la società nel suo complesso:

Il reddito garantito rappresenta la possibilità di mandare ad effetto la fondamentale convinzione filosofica, che ricorre continuamente nella storia umana, per la quale ogni individuo ha diritto a una quota minima della produzione della sua società. La perenne carenza di tutte le cose necessarie nella vita ha impedito fino ad anni recenti il realizzarsi di questo ideale: il sopravvenire di una relativa abbondanza nei Paesi ricchi dà ora all’uomo il potere di raggiungere il fine di provvedere un livello medio di vita per tutti.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.